Verde e ocra. Acqua e terra
Conoscere attraverso un festival due città intriganti
L’Accordion Festival, nascendo da una costola di Fadiesis, non è solo un momento per fare ed ascoltare buona musica: è, prima di tutto, uno strumento di esaltazione dei luoghi e delle risorse del territorio. Noi abbiamo scelto Pordenone e Matera come sede dei nostri concerti; voi potreste scegliere Pordenone e Matera per trascorrere un tempo pieno e sereno, dove tra realtà e fantasia corre un confine sottilissimo. Ecco alcuni buoni motivi per farlo.
IMMAGINI DI MATERA
IMMAGINI DI PORDENONE
Pordenone e Matera hanno tutto l’aspetto tipico delle città di provincia di cui non si è scritto ancora molto o, per lo meno, non ancora tutto. E il vantaggio che deriva dall’esser al di fuori delle cosiddette “destinazioni turistiche tradizionali” è enorme: Pordenone e Matera offrono al visitatore il privilegio di essere creativo, di spaziare con la fantasia per costruire rotte e miti per altri inimmaginabili. Oggi, dunque, vi proponiamo alcune istantanee dalle due città, nel tentativo di stimolare suggestione e curiosità in chi volesse approfondirne la conoscenza.
Entrambe crocevia di popoli nei secoli, esse portano fiere, su se stesse, i segni dei tempi: l’alternanza e la convivenza di romanico, gotico e barocco nel centro storico pordenonese fanno da contrappeso al forsennato turnover di popolazioni che, fin dai tempi dei greci, hanno contribuito a modellare quella vocazione internazionale che Matera sta oggi riscoprendo. Non a caso, la Città dei Sassi viene ritenuta tra le più antiche al mondo, ininterrottamente abitata sin dai tempi del Paleolitico.
Lungo i Corsi di Pordenone, poi, è facile ritrovarsi con la testa all’insù, nel divertente tentativo di decifrare simbologia ed araldica mimetizzate nelle spettacolari facciate affrescate dei palazzi. Il latinorum della Urbs Picta, con cui ci si riferisce alle città così affrescate, a Matera potrebbe trovare una singolare reintepretazione nei giochi, geometrie e riflessi tracciati dalla luce del sole sulla roccia calcarenitica ed ocra dei Sassi. Ma qui, ancor più intimisticamente, la pittura parietale passa dall’esterno all’interno delle numerose chiese rupestri, lascito del passaggio di monaci di tradizione sia latina che orientale, per raccontare frammenti di Antico e Nuovo Testamento, così come accade nella mistica Cripta del Peccato Originale.
Inoltre, anche la geologia a Pordenone e Matera è estrema: da una parte, infatti, il capoluogo friulano sorge in un territorio di acque sotterranee che affiorano fino a sviluppare un sistema di risorgive tra i più estesi ed affascinanti al mondo. Il tutto va ad irrigare un verde urbano che mai ti aspetteresti da una città: per dirla altrimenti, a fare gli alternativi fin in fondo, ben ci si potrebbe muovere da un punto all’altro di Pordenone senza quasi mai uscire da parchi, rogge e sentieri. Dall’altra parte, Matera si arrampica su un costone di roccia a circa 150 metri dal livello del torrente Gravina, con le conseguenti difficoltà nell’approvvigionamento idrico. È da qui che nascono le famosissime cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, disseminate per tutta la città, esempio di come la Natura abbia spinto e plasmato la genialità e l’artigianalità dell’uomo, fino a farne assumere forme imprenditoriali. E così, arrivando a Matera dalla Puglia, ti ritrovi ad attraversare il Distretto del Divano; di contro, il passaggio dal Veneto al Friuli è tutto puntellato di mobilifici che vanno a formare il Distretto industriale del Mobile. Si aggiunga a ciò la terracotta, la cartapesta, il pane, il ferro battuto per il materano; il fumetto, i grandi eventi culturali, l’archeologia industriale, il campanile di San Marco per il pordenonese.
Due città dunque che, a fronte di inevitabili distanze, sono legate da un’insospettabile e strana affinità elettiva: coincidenza o no, Pordenone (assieme alla rete del Nord-Est) e Matera sono ambedue in lizza per il riconoscimento di Capitale Europea della Cultura 2019. Coincidenza o no, siamo di fronte a due territori in odore di santità certificata Unesco: da una parte i Sassi materani, dall’altra le Dolomiti friulane verso le quali si proietta Pordenone. E coincidenza o no, è stato un genio del nostro tempo (al secolo, Pier Paolo Pasolini, scrittore, regista, giornalista formatosi nel paese materno di Casarsa, in terra pordenonese) ad aver dato voce al genius loci dei due capoluoghi: è ancora vivido il dramma del Cristo pasoliniano, raccontato da “Il Vangelo secondo Matteo”, nel salire al Calvario attraverso la scalinata di via Muro (la stessa che sarebbe stata scelta da Mel Gibson, negli anni a venire, per il suo “The Passion”).
Tutto ciò per prendere le distanze da un passato che ha definito Matera “vergogna nazionale” e ridotto Pordenone ad una “città di passaggio”; tutto ciò per avere qualche elemento in più per lasciarsi stupire da ciò che, magari erroneamente, diamo per scontato.
0 Comments